Poetry N. 4

L’ultima volta che sono stato al cinema
26 Feb 2014

 

L’ultima volta che sono stato
Al cinema
Il mio caro amico
Orlando
Prima che iniziasse il film
Si è girato verso di me
E mi ha detto:
“C’è un pensiero che mi assilla,
Che quando morirò
I film continueranno a uscire
E io
Non potrò più vederli
I film continueranno a uscire
E io non sarò più aggiornato”
Non sono riuscito a replicare
L’ho guardato e basta

Quando sono uscito
Gli ho detto che
Nel caso fosse morto
Prima di me
Non sarei più stato capace
di andare al cinema
O che forse
Ci sarei andato
Solo per lui
E che magari gli avrei pure scritto
Le recensioni
Mandandogliele chissà dove
Fogli di carta sparati al cielo
Nella speranza
Che

A casa
Quando ho raccontato
L’episodio a Ginevra
Lei si è limitata a commentare
Che era solo un non accettare
Che la vita andasse avanti

Non ti preoccupare,
Amico mio
Siamo solo
spazzatura stravagante
Razza arrogante
E incapace di sentirci libera

Poi Ginevra mi ha detto di Valeria
Una sua amica
Astrologa
Le hanno dato un mese di vita
Oggi è andata a trovarla in ospedale
Lei dice che morirà prima
Io le ho detto di pensare
Che la morte è bellissima
Se sai che sta arrivando
E Che lei potrà permettersi
il lusso
Di sapere che lo sguardo
Che le dedicherà
Potrebbe essere l’ultimo
E quindi di pesarlo
Di piangere
Dicendole che loro
Almeno per quello che ne sanno adesso
Non si vedranno più
Ma entrambe credono
Che non tutto finisca qua
Quindi si riservano
Una speranza
Si daranno un appuntamento
E staranno entrambe meglio

Mio nipote
Invece
Ha pianto
Perché non è stato convocato
Per una partita
E io vorrei comportarmi
come vedo fare proprio
Nei film che vede Orlando
Andarlo a trovare
Portarlo in giardino
E lì inginocchiarmi
per guardarlo in faccia
E dirgli: “Non permettere
A nessuno
Di dirti che una cosa
non la sai fare
Nemmeno a tuo padre
Nemmeno a tua madre
Se vuoi una cosa
E non te la danno
Impegnati di più
Lavora di più”
Samuel Beckett ha scritto:
“Provaci ancora.
Fallisci ancora.
Fallisci meglio”.

Ma non l’ho fatto
Quante cose non si fanno, in questo mondo
E quante non succedono
Siamo solo
Stravagante spazzatura
Un errore
che non era stato
Considerato
E ci siamo saputi adattare
Meglio degli altri
Più degli altri
Razza arrogante
Incapace di essere libera

E Gió che non riesce
a dire di no
A una scopata
E Banhoff
che ha paura di restare
Solo
E Valeria
che ha smesso di dormire
Perché ha paura
di non risvegliarsi
E chi fa finta di non vedere
Chi fa incidenti per arrivare in fondo al mese
E chi si addormenta
Sperando che tutto vada
bene

E io
Che vorrei scrivere una poesia
Così potente
Da obbligarmi a non scriverne
Più

Poi ho lavato mio figlio
L’ho asciugato
Aiutato a vestirsi
Abbiamo giocato con due spade
Ginevra è tornata a casa
Piangendo
Il tramonto era rosso
Ho preso mio figlio
In braccio
Gliel’ho indicato
“È bellissimo, papà”
Ha urlato.

E io
Io c’ho creduto

@moreneria

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