Foto di Weegee
La gente festeggia, la notte di Halloween
Fa la fila fuori dai locali vestita da regina africana, da cattiva sorte, da zombie di quinta categoria
Supero auto con uomini truccati, donne con lacrime tatuate, incrocio finestrini che lasciano intravedere l’esigenza di sentirsi meno soli, ragazze da calze nere al semaforo che attraversano la strada e ridono
Mio figlio vince il premio
E io lo guardo da un video su wapp, chissà cosa resterà
Se racconterà a un insegnante che non ci sono stato, che non ci sarò
Le guerre comunque vada si perdono sempre, ci lasci sempre qualcosa lì sul campo.
E le domeniche dopo le guerre hanno aliti pesanti, sguardi sofferenti, donne incinta, cani morenti
Banhoff lo sento come una volta, da ieri, e a me manca Gió, mi manca il suo abbraccio, domani lo vado a trovare, ma quando posso io lui non c’è mai. Ho amici che non si muovono, hanno i loro posti, le loro abitudini, sono io che vado, rubo ed esco, sono io che arrivo, sto solo un po’ poi lascio.
Che ci vuoi fare, Eli, sono così da una vita perché la mia vita è stata così
Odio gli addii, i saluti, per questo li perpetuo, per questo abbondo di nostalgia
Anche se la sto combattendo
Anche se la sto odiando
Ho un appunto sul telefono: domani cerca di scrivere qualcosa che faccia piangere.
Mentre Giulia odia il padre
Eleonora piange per la figlia
e tutto ciò che non ritieni interessante merita attenzione
Non smetterò di fumare la sigaretta elettronica, anche se non respiro stanotte
Non smetterò di negare alle tue domande, perché ciò che nego mi dà più di quello che perdo a dirti la verità
Non smetterò di rischiare il culo ogni volta che esco di qui, mi serve ad aprire i polmoni
Daniele mi ha regalato una password: cenerisulletette. E io me la immagino, la ballera da night, mentre le scuoto la sigaretta sulla scollatura prima di farla incazzare e vedere quella cenere disintegrarsi verso un divanetto, sullo sfondo un palo, un palco, una contorsionista pessima, e io che bevo e finisce che sfoco tutto
Domani quando mi sveglio chiamo Gió. Poi scrivo il pezzo. Poi capisco se fa piangere. Poi se Giò c’è lo vado ad abbracciare e gli dico che mi è mancato ma che per fare quello che voglio fare ancora mi manca tanto