Dopo mesi di distanza possiamo dirlo: Purity è una mezza cagata e lui NON è il più grande scrittoreamericanovivente di sta ceppa

Col coltello tra i denti
19 Lug 2017

La torta è stata qualche mese in cima alla mia lista dei desideri. La chiamo la torta perché sembra una grossa fettona di torta alla panna montata, invece è Purity di Franzen. Einaudi in copertina rigida fa quei libri che diobono sono pura estetica. Mi viene di strusciarcelo, di limonarci. Sembrano in pelle umana… Carta buona, odore buono, un malloppo chic, Purity genera solo a toccarlo una sensazione di piacere. Come le torte. Erano mesi che vedevo la torta nelle vetrine delle librerie, sulle scrivanie di gente colta, nelle case dei miei amici. Ahhhh la torta, anche loro ne andavano pazzi. Non so quanti di loro lo avessero letto, ma tutti dicevano beeeeeellissimo con lo sguardo perso nel vuoto, come quando il tuo amico intrippato ti consiglia la serie tv che devi troppo vedere. E poi la critica… Come gli garba la torta alla critica. Repubblica, Corriere, tutti tutti tutti giù a lumare: Franzeeeen è il più graaaaandeee scrittore AMERICANO VIVENTE. Solo a dichiararlo il più grande scrittoreamericanovivente la gente sale sul carro dei colti, del top del top, di quelli che leggono il più grande scrittoreamericanovivente. 

Così ho comprato la torta e l’ho divorato TUTTO D’UN FIATO in tre giorni, avido come un bimbino del terzo mondo col suo primo panino. 

Poi sono passati i mesi.

Oggi la torta se ne sta lì nella libreria, bella, fa figura ma c’è un problema… non mi ha lasciato niente. Involontariamente sono stato cavia di un esperimento, un esperimento che potete fare anche voi con l’ottima letteratura. Per sapere se uno è il più grande scrittoreamericanovivente o quello con la favapiùgrande vivente non dovete affidarvi troppo alle copertine de IL de Il Sole 24 Ore o a quello che dicono i critici (gente a cui spesso puzza il fiato), fate l’esperimento di far passare qualche mese dalla lettura. Della torta io mi ricordo di Purity, la giovane protagonista problematica e presa male, della sua mamma fricchettona-gattara e del tipo identico a Assange che vuole chiavarsi la protagonista un po’ per spregiare il padre un po’ perché gli piace (A livello psicanalitico non posso non pensare all’auto castrazione di Franzen su questo tema: la donna). Di Purity mi ricordo che era una storia di narrativa scritta tutta d’un pezzo, che funzionava, che era perfetta per farci la serie tv che ci faranno o qualsiasi altro film thriller che ne verrà fuori però ecco non c’entra un cazzo con la letteratura. la letteratura è qualcosa che ti rimane dentro e ti cambia la vita. Tom Joad me lo ricordo bene infatti. Mi ricordo cosa prova quando arriva in California dopo il lungo viaggio. Meursault de Lo Straniero è vivo in me e me lo porto ogni giorno appresso così come il Giudice Holden e Il Ragazzo di Meridiano di Sangue. I loro dubbi, le loro visioni, le loro trame vivranno per sempre in me e in chiunque li leggerà. Questo decreta chi sono i più grandi scrittoriviventi, questa è la letteratura. Purity è un bel libro, ma è solo un libro. Non è che essendo rinchiuso nella forma di un libro è automaticamente letteratura, sennò diremmo che ne so che un mio disegno su un A4 è un opera d’arte e così via. Franzen romanziere ha un limite: scrive solo di se stesso. Voi mi direte: ma è questo che fanno gli scrittori e io vi rispondo: in questo caso se stesso non è abbastanza affascinante. I suoi  personaggi sono tutti lui e lui è tutti i personaggi. Sa tutto di loro, li psicanalizza invece di raccontarli e sono tutti uguali. I buoni coi cattivi uguali. La trama di Purity è la vanità di Franzen. Purity è un po’ come Orange is the new black, una robetta così.

Franzen ci ha messo dieci anni per scriverlo. Molti grandi scrittori impiegano anni per scrivere dei libri, ma buon dio, che siano dei grandi libri, non delle serie tv ammezzate come Purity. Bukowski diceva che scrivere era come cagare per lui, che se avesse durato fatica non lo avrebbe mai fatto, Franzen ci ammorba con i suoi dieci anni di silenzio il suo sforzo il suo dolore. Ma minchia, ma perché non ti sei fatto un po’ di vacanze? Franzen è uno che riesce a rilasciare interviste dove dice di non poter più guardare il football perché metà delle persone allo stadio hanno votato Trump e lui poverino non ci può stare dentro. Ma fatti una bella sega Franzen e pensa a goderti il tuo malloppo, non ci ammorbare con Trump, ma che cazzo ne sai di Trump? Il fatto che sei uno che vende tanti libri non è che per forza ti deve far essere uno che parla della società. Poi cazzo che peso, che frase pesa. Sembra la frase di uno di quei tipi che trovavo nei circoli Arci, quelli della Sinistra Giovanile, tutti ideologia e vestiti di canapa e birra a un euro. Desperados. Gente che si lava con i bagno schiuma Compagnia delle Indie. Che poi anche Franzen stesso lo sa di essere un bluff. Franzen con la minchia moscia dieci anni a scrivere la torta, che eroe, sembra che si immoli per noi così possiamo avere un più grandescrittoreamericanovivente e possiamo fare la cover di IL Magazine e farlo parlare di Trump e poi scrivere cose come: Per riposare, ora che il più è fatto e bisogna aspettare la risposta del committente, ieri si è preso il pomeriggio libero e ha guidato mezz’ora nella pioggia fino a Half Moon Bay per andare ad ammirare le nove specie diverse di gabbiano della baia.. (Francesco Pacifico, Jonathan Franzen racconta Donald Trump), mio dio le nove specie di gabbiano. mai che ammira una figa Franzo In Purity, Franzo ci ha pure messo uno scrittore preso male e odioso e paralitico che si fa fare le seghe dalla sua ex moglie. Essendo un piccolo Franzen anch’esso, possiamo evincere quanta autostima abbia il più grande scrittoreamericanovivente. Cazzo non ci crede lui e ci credete voi…

Sono tutte etichette, teppe. Tutte cosine scritte sui giornali, da gente che scrive le cosine sui giornali. Fatevi la vostra idea e trovatelo voi il vostro piùgrandescrittorevivente o morente. Non fatevelo consigliare dai critici. Gente che come direbbe Houellebecq ha gli occhi a buchetto di cazzo, gente che  svuota i buffet degli aperitivi e si presenta in faccia alle donne con lo spritz in mano e la forfora sulle spalle. Li ho visti a Milano, a Torino, nei posti intellettuali, nei circoli, alle presentazioni, nelle librerie… Ihhh. Li ho visti e non mi mancano.

Diffidate! CRICETI!

 

Ray Banhoff

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