Un Lucio Sogno, racconto di Tricarico
Francesco: «Lucio cos’è successo?»
Lucio: «È andata così Francesco… Non puoi fare niente tu ne tantomeno io, era nell’ordine delle cose. L’ordine era: smettere di fare e pensare. Chi avesse infranto il protocollo sarebbe stato fatto fuori».
Francesco: «Perché?»
Lucio: «Affinché non ci fossero più modelli a cui tendere, esempi per cui valesse la pena migliorarsi, sognare, evolversi, cercare di capire… studiare. Ognuno doveva addirittura pensare di essere meglio dei modelli e degli esempi (tanto erano bassi e infimi) imposti o esposti affinché rimanesse com’era e non creasse alcun problema…»
Sveglia. Drin . Drin .
Francesco: (si sveglia)
(pensa) «Merda ! Non mi ricordo mai i sogni».
[Redazione]: Per questo post abbiamo avuto il piacere di far collaborare due grandi Franceschi: Tricarico, il pittore e cantautore scapigliato, antiordinario, quello di Puttana la maestra, Io sono Francesco, Voglio una vita tranquilla, e Venturi, alias Tafarno, talento sardo visionario e citazionista di stanza a Roma.