Quando Jean Varraud del Cannes lo vide giocare a quattordici anni, ne restò colpito. Gli dissero: “Se lo prendi, stai attento, è un violento”. Ma Varraud vide giusto: quel ragazzino cresciuto tra le strade di Marsiglia era un predestinato. Ha dispensato lampi di arte alternandoli a improvvisi blackout, dalle prodezze mondiali alla testata a Materazzi che, a mio avviso, ha coronato la sua carriera. Perché con lui funziona così, perché Zizou è stato l’alfa e l’omega, il giorno e la notte, il bianco e il nero, come i colori con cui ha rivelato al mondo tutto il suo genio calcistico.
Per leggere l’articolo integrale cliccate qui