Ama l’alieno, attento alla Natura, genuflettiti al Fiore. Volete strippare? Andate a Photosyntesis Experience a Riccione, la mostra di Enrico De Luigi e Filippo Zaghini. LINK IN FONDO!!!

Fiori
6 Ago 2019

Mi chiedono di parlare di fiori e capisco che fondamentalmente non so niente dei fiori. Cioè ne so quanto voi. I fiori sono quei robi che spuntano da terra e attirano la tua attenzione e a volte riescono a rendere adeguato all’occhio umano anche un merdoso marciapiedi di cemento in zona industriale. Oddio o o forse lo rendono peggiore, perché basta un fiore a far capire quanto son brutti decine di metri quadri in cemento e catrame. Poi come ci sono arrivati in zona industriale? Non si sa come, ma dalle viscere dell’industrializzazione spuntano da piccoli crateri, si infiltrano dalla terra, risalgono ed escono da un buchino dove diresti che non c’è vita. Eppure… loro si insediano. Non capisci se stiano attaccando il nostro spazio o portino la pace. Ma è anche vero che abbiamo asfaltato il mondo senza un minimo di senso estetico e ci basta vedere un fiore per risentirci allineati col cosmo di cui non sappiamo un cazzo.

foto di Enrico De Luigi www.chicodeluigi.it

Così come non lo sappiamo dei fiori, quei piccoli alieni muti e incomprensibili. Ti rendono allegro, ti fanno sembrare che tutto sia un po’ meno degradato. Ti sorprendono. è che non siamo più abituati al bello e i fiori ti mandano fuori di testa appena ci entri in contatto. Prova. Entra dal fioraio. Rimani sconvolto. Quegli odori, quel profumo, quel fresco che generano… ti portano lontano. Non sei quasi più abituato… Eppure: Fiori sulle camicie, sulla carta da parati, sulle magliette e sulle tovagliette di plastica; sulle confezioni di deodorante per le ascelle, sulle tisane, sul piatto dello chef stellato, sull’asciugamano per pulirsi le palle, fiori disegni dei bambini; fiori le vetrine di H&M, i deodoranti per ambiente…

[pullquote]Abbiamo messo lo zampino anche nel buco di culo del mondo e non sappiamo niente di niente di niente[/pullquote]

E anche fiori del male, Natura Matrigna, senso di minaccia per la nostra vita in pericolo causa batteri o Natura maligna che ci inghiotte. Diceva Baudelaire, chissà se questi fiori malsani che sogno troveranno mai la vita, il nutrimento mistico che li farà sbocciare. Erano fiori marci i suoi pensieri. Un’immagine che non lascia scampo. Entra in un cimitero, guarda i fiori appassiti, cammina in un giardino e pesta i petali di rosa portati dal vento. Poche cose fanno paura come i fiori morenti. Il fatto è che non sai niente dei fiori. Perché nascono da un seme che è piatto, è solo una promessa, non sai che ne uscirà. A volte cammini in un bosco e ti senti terrorizzato. Quei cazzetti di piccoli insetti letali nella foresta che impollinano i fiori, usano gli stessi fiori come base di approvvigionamento energetico per poi gettarsi su di noi e pungerci. Al tempo stesso I fiori stessi sono veicolo di morte. Stanno fermi mentre sono chiavati dagli insetti che spostandosi di gambo in gambo fanno abbuffata e ingrassano. Insetti mortali, calabroni velenosi. I nostri fottuti nemici li usano come supermarket.

foto di Enrico De Luigi www.chicodeluigi.it

Cosa credevi? Che ti svelassi il senso della vita con queste poche righe? Guarda i fiori. Guarda i fiori e basta che dopo tanto guardi solo lo schermo dell’iPhone. Male non ti fa. Ama l’alieno, ama il fiore. Non cercare di comprenderne il senso. Non comprendi il senso di niente. La vita non è comprendere, è sentire qualcosa. Fai abbuffata: I fiori di Araki, di Mappelthorpe, di Chico, i fiori in foto anche più belli dei fiori veri. La Natura è una dimensione energetica che sospende la nostra volontà, ci tiene inchiodati ai sensi, allo stupore. La Natura è un limite continuo che richiede cautela per essere varcato. Il fiore la sua sirena, il richiamo più bello, più colorato, più riuscito, il segnale di un terreno mistico e pericoloso, che continuiamo a calpestare da decine di migliaia di anni senza aver ancora compreso. E dopo di noi sarà il fuoco, la cenere, l’assenza e la vita ricomincerà coi fiori che nascono dalle nostre carcasse.

[pullquote]Non capisci se stiano attaccando il nostro spazio o portino la pace[/pullquote]

Continueranno ad esserci, noi continueremo a coglierli. Straccia la margheritina col m’ama non m’ama, metti in tavola fiori di campo, regala alla tua bella una peonia, mettiti un fiore nei capelli e vibra con la Natura. Ti aiuterà a capire il tuo limite. Forse sono solo questo, bussole per il nostro girovagare senza meta in un territorio che per noi non ha confini. In cima al fottuto Everest abbiamo visto in tv fiori rarissimi di montagna, in fondo agli oceani alghe strambe che comunque sono fiori sventolano tra le correnti. Abbiamo messo lo zampino anche nel buco di culo del mondo e non sappiamo niente di niente di niente. Quei piccoli bastardi prima di appassire stanno li a guardarci e stanno zitti, ci avviciniamo alla rosa e ci pungiamo da soli con la spina. E non ridono, non godono, non ci sfottano. Non sai che cosa pensino. Ma in fondo perché tutto questo bisogno di sapere? Ripeto la vita non è comprendere, la vita è sentire. Quindi: ode ai fiori, ci dicono tutto di noi.

Questo testo è stato scritto per Photosyntesis Experience a Riccione. La mostra evento di Enrico De Luigi e Filippo Zaghini aperta fino all’8 settembre con foto, illustrazioni, vivai artistico e suoni c/o Villa Franceschi – Galleria d’Arte Contemporanea a Riccione. Instagram

 

Ray Banhoff

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