Caproni, papere, se non sapete che fare il weekend del 2 giugno andate a Roma e guardatevi la prima personale in Italia di Frida Kahlo, l’artista delle artiste, più rivoluzionaria e avanti lei 60 anni fa di tutti noi messi insieme oggi

La prima di Frida
28 Mag 2014

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Per vedere Frida bisogna sentirsi MESSICANI e RIVOLUZIONARi.
Non guardiamo i quadri di Frida come quei  pecoroni in vacanza a Tulum o Playa del Carmen che se ne vanno il pomeriggio a visitare le rovine  Maya e la sera rientrano nel  villaggio turistico vantandosi poi di aver visto, vissuto e capito tutto del Mexico.
No, bisogna incontrare Frida e il suo mondo sentendosi  un po’ messicani rivoluzionari. Utile sarebbe anche accompagnarsi  con la musica di Chavelas Vargas, cantante che fu anche amante di Frida.
Frida è come una calamita. Quando inizi a scoprire anche per caso alcuni dei suoi disegni non puoi fare a meno di iniziare a dipendere da lei. Dà dipendenza, e come tutte le droghe prima ti porta in paradiso e poi diretto nell’inferno più caldo che ci sia.
Che emozione però vedere e vivere insieme con lei il dolore, quel dolore prima fisico e poi sentimentale. Frida, la donna dell’elefante, la donna del più grande e acclamato pittore di murales del Mexico. Elefante perché uomo gigante rispetto Frida la colomba. Quell’ elefante con i seni morbidi come quelli di una donna e che Frida tanto ha amato. La colomba con quei baffi così maschili che Diego Rivera adorava, tanto che quando Frida per una volta se li rase, Diego si risentì.
La cas Azul, Azul come il cielo messicano, quel cielo tipico del Sud America tanto basso che sembra ti cada in testa. La casa Azul, ovile della coppia e dei loro infiniti amanti. Diego e Frida, lui brutto ma amato ed amante di un numero infinito di donne. Lei bisessuale dichiarata fin da ragazzina. Quando ti accosti a un quadro di Frida puoi anche percepire fisicamente quello che lei ha provato nel momento in cui lo ha dipinto. Il dolore straziante che provato per l’ennesimo aborto, l’ira di scoprire il tradimento di Diego con la sua adorata sorella, i tanti richiami all’iconografia sacra precolombiana. Lei è stata una vera rivoluzionaria, non uno dei tanti blasonati artisti che ha prodotto il 900 che però di rivoluzionario avevano solo il conto in banca e i super critici. Frida è stata rivoluzionaria nel suo look, stupendo, di una bellezza che ancora oggi in qualche modo tendiamo a copiare, rivoluzionaria nel rapporto con la sessualità, amava le donne amava gli uomini e non aveva problema a farseli in pubblico. Noi invece che nel 2014 siamo ancora qui a chiederci se sia carino far sapere che si è lesbiche, gay o qualsiasi altra cosa. Machisenefrega di quello che sei! Fai un po’ quello che vuoi con chi vuoi. Frida lo faceva e senza vergogna.

Stefania Molteni

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