Leggendo Bukowski, taccuino di un vecchio sporcaccione

Gli altri non ce la faranno mai
28 Dic 2015

“Tutti quei viaggi, tutte quelle pagine di Kerouac, per morire solo, solo sotto una gelida luna messicana, solo, capite? Non riuscite a vedere quei cactus magri e miserabili? Il Messico non è brutto solo per via della repressione, è brutto e stop. Non riuscite a vedere gli animali del deserto che stanno a guardare? Le rane, cornute e semplici, i serpenti simili a fessure di mente umana che strisciano, si fermano, attendono, ottusi sotto un’ottusa luna messicana. Rettili, guizzi di cose a guardare questo tizio sulla polvere in maglietta bianca.
Neal, lui, aveva trovato il suo movimento, non faceva male a nessuno. Il duro ragazzo del riformatorio steso lungo i binari di una ferrovia messicana.
L’unica sera che l’avevo visto gli avevo detto: Kerouac ha scritto tutti gli altri capitoli. Io ho già scritto l’ultimo. Fai pure, mi disse, scrivilo. Fine del testo.”
Che altro vuoi aggiungere? Chiudi il libro, e te ne stai buono e tranquillo per un po’.
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Edizione del 1979

@moreneria

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