Se si fosse candidato a sindaco di Milano io avrei preso la residenza e lo avrei votato. Sì, avrei votato Silvio Berlusconi. Mi immaginavo già una City bunga bunga, night club, trans assessori, sensazioni che tutto fosse possibile e tutto potesse accadere da un momento all’altro, Expo della Gnocca, no tasse, Free tutti, quella che cantava Siaaaamo doooonne oltre alle gambe c’è di più vicesindaco, mi immaginavo già una città dove il surreale diventasse reale, altro che realtà virtuale. Voglio dire: abbiamo visto Bush jr vincere contro Al Gore, Trump correre per le presidenziali americane, abbiamo scritto di Grande Fratello, twittato di Isole dei famosi, abbiamo sentito di gente che parla di blogger e influencer come se fossero Gandhi, e ci saremmo scandalizzati per Silvio sindaco?
Dai, guardiamoci un attimo indietro, Silvio ci ha fatto di tutto, ci ha divertito, riverito, rovinato, Silvio Santo Subito, Silvio orgiastico non solo ad Arcore ma nella nostra, di vita. Benedetto fu il direttore Antonelli che lo mise in copertina di Rolling Stone come rockstar dell’anno. Vorrei avercele io intuizioni così.
A Silvio poi io devo dire grazie: come dipendente Mondadori mi ha mantenuto, mi ha dato i soldi per pagare il mutuo e non solo quello. Anni fa mi affidarono un’inchiesta su quanto fosse semplice comprare droga a Milano. Quindi andai dal vicedirettore di Donna Moderna e gli posi la questione: ho bisogno di soldi per compare la droga, però, ovvio, non è che posso riportare indietro gli scontrini. Due telefonate, e bum: mi ritrovai in mano quello che allora era quasi il mio stipendio. Mi sembre di sentire la voce del telecronista di Inter Channel che quando faceva gol Ibra urlava: tuuuuttto è possibile, tuuuuutto è possibile.
Io Silvio lo vorrei come amico, sono invidioso di Enrico Dal Buono che ci ha passato insieme un pranzo, per il compleanno del padre di Sgarbi (cioè, che roba: Sgarbi, B., il padre di Sgarbi e tu davanti a loro). Io a Silvio vorrei chiamarlo e sentirmi rispondere come fa Banhoff, che invece di dirmi “pronto” mi fa: “freeegna!”.
Ecco loro, che spettacolo ellroyano, sentire le intercettazioni, immaginare lo splendore degli anni Ottanta e Novanta, camminare per Milano 2 e pensare ok, qui solo benessere e lobotomizzazione, vedere le olgettine sui giornali, già le olgettine, le donne.
– Pronto, Silvio?
– Freeegna!