Romanzo in 16 righe fatto e finito. Senza redazione alcuna. Così.

La verità in un attimo
26 Mar 2014

Il ragazzo masticava ruminando e con lo sguardo rivolto oltre la vetrata. Il sole rifletteva ogni singola sfumatura dei suoi capelli lisci e rossi, biondi, color cenere. Nella mano destra una mazzancolle azzurrognola, fritta a dovere, che sflosciava su un lato ammosciandosi come un piccolo pene stanco a riposo. «È il nostro marchio di fabbrica essere contro» disse al vecchio, e la sua voce ormai flebile aveva perso ogni forza d’ascolto, di mediazione. Era più come tirare una freccia nel vuoto e lasciarla conficcare nel muro. Il vecchio con uno sguardo placido e tranquillo si alzò dal tavolino. Arzillo/scintillante, blu elettrico, nei riflessi della sua barba potevate vedere tutte le sfumature dal grigio al blu. Era la sua cucina quella ed era in quella cucina che aveva spesso insegnato al ragazzo a fare le versioni in latino o a tradurre dal francese all’italiano. Era a quel tavolo che aveva acceso la fiamma negli occhi del ragazzo. E si diresse al lavello con in mano le tazze del caffè, svuotando la cenere di due sigarette e i relativi mozziconi nella piccola pattumiera. «Lo so» disse mentre sciacquava le tazze. «Ed è proprio questa la vostra debolezza». Un urlo da fuori riempì di silenzio la stanza. Nessuno dei due si scompose. Il giovane, bellissimo, guardava fuori dalla piccola vetrata senza cercare niente, tutto gli andava bene pur di non tagliarsi le pupille con lo sguardo frenetico, spasticamente gaudente del vecchio.

Ray Banhoff

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