Stamani ha iniziato a girare online lo spot che vede Zalone testimonial per la campagna di raccolta fondi di Famiglie Sma, l’associazione dei genitori di bambini e da adulti affetti da atrofia muscolare spinale. Cosa è la atrofia muscolare spinale? Boh, a giudicare dalle condizioni del bambino è una malattia pesante, una delle tante che vediamo ogni giorno ai lati della strada e cerchiamo di allontanare velocemente per non farci rovinare la colazione. È un istinto basso, di cui spesso ci vergoginamo, ma è tuttavia molto umano. Vorremmo tutti una vita felice e serena, ma la vita spesso non è ne’ felice ne’ serena. Ma questo è un altro discorso.
[pullquote]Per questo le battute fanno incazzare, perché dicono la verità.[/pullquote]
Il tema vero qui è: Checco Zalone. Checco è un alieno. Non vince i David di Donatello, ma porta al cinema anche la mamma di un mio amico che non ci andava dal ’77, per un film di Olmi. C’erano le code ai cinema per l’ultimo film, io non avevo mai visto una cosa del genere. Più passa il tempo e più mi chiedo cosa ci sia in lui che irrita i colti, o i presunti tali. Perché il problema con Zalone è diventato un problema solo di quelli che devono vantare un certo livello culturale, che viene loro dato dallo sfoggiare su FB i commenti alla pagina di Lilin o robe di Erri De Luca.
Nello spot il comico sfoggia tutto il ventaglio delle reazioni zalonesche come la rabbia verso l’handicappato che lo priva del posto auto, o l’intralcio di trovarsi davanti il ragazzino che deve salire le scale con una rampa meccanica. Che è quello che proviamo tutti. Qualche mese fa c’era in tv una pubblicità con una nota attrice che esordiva dicendo: ho il cancro. In tono super drammatico. Mi ricordo che correvo da una parte all’altra della cucina per cambiare canale. Mi sarò anche toccato le palle a volte… Non tanto per la parola cancro gettata a pranzo in faccia a me e a tutti i cazzi miei, quando per la performance attoriale. Mi faceva più male la tipa della pubblicità in se. Quel finto dramma insito negli attori di teatro italiani, quel rompimento di coglioni latente sotto forma di moralizzazione coatta. Come quando ti fanno vedere i bambini neri con le mosche in faccia all’ora di pranzo. Ma che cazzo volete dalle nostre vite?
Ecco, Checco Zalone è in grado di farti andare giù un ragazzino di otto/nove anni con una malattia rarissima. È in grado di rendere reale il reale, di non moralizzarlo.
[pullquote]Più passa il tempo e più mi chiedo cosa ci sia in lui che irrita i colti[/pullquote]
Lo spot di oggi merita di essere visto con la stessa dignità a cui andreste ad assistere a una lezione di filosofia. Freud diceva che il motto di spirito, la battuta, è la più grande manifestazione di verità inconscia, in quanto priva di censure. Non si cura di far bene o male, è solo verità pura lanciata addosso a un altro. Per questo le battute fanno incazzare, perché dicono la verità. Per questo lo spot fa riflettere. A noi fa riflettere sul nostro Paese, sui nostri tempi, sulla nostra storia. Ben venga Checco.