Linus chiude il suo blog dopo dodici anni in cui scriveva tutti i giorni. Ora diciamolo con la dovuta educazione: il mondo andrà avanti lo stesso.
Tuttavia è interessante la motivazione che il dj dei deejay adduce. Non è tanto lo stress di scrivere tutte le mattine, non è tanto il non averne più voglia, è piuttosto averne piene le scatole di stare attento a non calpestare una mina.
[pullquote]La soluzione non è l’assenza dai social, ma insegnare sin da bambini ad usarli[/pullquote]
Al Corriere dichiara: «ti metti a cercare un modo per raccontare cose che siano impermeabili alle rotture di scatole. Ma se cominci a togliere materie e temi, inevitabilmente ti rintani». Linus non è un giornalista impegnato nella lotta alla camorra o un esponente politico, è il direttore artistico di una radio. Da una parte un personaggio come lui deve comunicare, dall’altra non si capisce bene cosa debba comunicare. Forse lo fa solo perché crede di doverlo fare, ma è pur sempre libero di farlo, no? Il fatto è che le persone sulla sua pagina Facebook sono come le persone su tutte le altre pagine Facebook, si lasciano andare a commenti offensivi, scaricano i nervi, cercano lo scontro virtuale. Ormai è un costume così radicato che lo conosciamo tutti. La maggior parte dei miei amici ogni dieci giorni mi dice: chiudo tutto, mi fanno schifo i social.
Io a volte mentre cammino penso che il problema vero sia uno solo, che sia la gente ad essere incline a fare schifo. Non che la gente sia uno schifo, ma che la gente non sapendosi collocare in un contesto sociale, si lasci andare a piccole forme di barbarie. Tipo insultare Linus.
Linus probabilmente avrebbe chiuso lo stesso il suo blog prima o poi, forse ha solo preso la palla al balzo e ha fatto come i miei amici, ha detto basta. Il problema che rimane sul tavolo è: se insegnamo ai bambini a stare in società, se gli insegniamo le buone maniere, se li educhiamo a parlare, a comportarsi, perché non prendiamo in considerazione l’idea di insegnare loro anche a usare internet?
Storia del linguaggio, Grammatica dei social, analisi grammaticale dei periodi di tweet. Lo so che gli accademici muoiono dentro, ma è giunta l’ora di capire che questa roba che tutti aborriamo, siamo noi. O la addomestichiamo o sarà lei a vincere su di noi. Inutile rilegare i social a una vanità passeggera che non ha la dignità di entrare in un’aula universitaria. Se siamo indietro nella comunicazione rispetto ad altri paesi è anche perché lo snobismo culturale fa si che esista “petaloso” ma che un accademico inorridisca quando gli parli di portare Twitter in aula.