Ovvero: delucidazioni sulla leadership politica di Matteo Salvini e sulla disfatta di tutti gli altri

L’omo si fa condurre da un altro omo
3 Set 2018

Prima fu Berlusconi, poi il buio.

Vent’anni in cui, dei leader politici non si ricorda un volto se non le occhiaie di Fassino, i baffi di D’Alema, la bassa statura di Brunetta. I tratti macchiettistici, giusto quello. Il corpo è scomparso dalla scena. Gli uomini hanno lasciato il posto a figure.

Renzi è stato un fenomeno atmosferico, non un corpo. Come fenomeno lo paragonerei a un fulmine (potevo essere meno clemente)  nella notte e quanto un fulmine è durato, spegnendosi in un rovo di autocombustione e deludendo i pochi che aveva abbagliato.

Se guardiamo lo scenario dei personaggi politici attivi, in grado di fare la differenza, oggi troviamo solo Salvini, l’unico a guadagnarsi l’appellativo di “Capitano degli Italiani”, così lo chiamano su Facebook (un grado, quello di “capitano”, gerarchicamente vicino a quello di “Komandante” attribuito a Vasco Rossi, che stando a chi glielo ha conferito è il riconoscimento più alto, quello di vero imperatore del “popolo” e per “popolo” intendiamo quell’entità che gli snob chiamano “la gggente” con quelle fastidiose tre G ma che poi è la vera voce degli ultimi, è il bottino di consensi a cui un politico aspira).

[pullquote]Luigi Di Maio ha quell’aria da carabiniere d’ufficio…non di pattuglia: d’ufficio proprio![/pullquote]

Possiamo dire che sebbene siamo tutti ormai disincantati e delusi dalla politica, i nostri futuri dipendano ancora dalle scelte politiche che il nostro Paese compierà e quindi dagli uomini che le metteranno in atto.

Ma come dicevamo prima, non si vedano gli uomini. Si vedono delle figure, ma pochissimi uomini.

Ad ora, tornando all’unico corpo in movimento con sembianze senzienti, che ha nel suo fare un piano e una volontà che non si lascia intaccare dalla morale comune, ovvero a Matteo Salvini, possiamo dire diverse cose.

Divide e questo rende forte ogni politico di statura. Accende gli animi di chi lo segue e di chi lo condanna. Ha un consenso alle stelle, plebiscitario, che gli va riconosciuto come un merito e non come l’effetto collaterale della rozzezza di chi lo ha votato. Questo è l’errore snob che abbiamo fatto con Berlusconi. Anni a dare conto alla gente senza valori che lo votava. Poi idem con i 5Stelle dipinti come antipolitica e deficienti e quelli che hanno sbaragliato ogni risultato elettorale. Purtroppo tanta acidità a priori è dovuta alla devastazione portata dai social media nella nostra società di cui parleremo nei prossimi post.

Salvinix, dicevamo, mira a diventare il Putin italiano e ci riuscirà. Non il Putin fuori dalla Russia, quello dipinto come il Male, ma il Putin della Russia rurale che ne stampa il volto sulle bandiere che appende in salotto.

Luigi Di Maio ha quell’aria da carabiniere d’ufficio…non di pattuglia: d’ufficio proprio! L’aria di quello che compila la denunzia iniziando con: «il qui presente soggetto ha smarrito in luogo non conosciuto il proprio portafoglio contenente i documenti» (c’è gente che scrive così, ne ho le prove, è un abisso di orrore), che non gli permetterà di condurre niente.

All’orizzonte si fa rivedere Di Battista, che richiama quei senza patria di sinistra da centro sociale, Che Guevara e deep web che sono diventati l’elettorato del Movimento; quella forza che da voce a un vagito ideologico di gente cresciuta a Matrix e Fight Club, a G8 e cannoni di fumaccio scadente, che è la vera base 5stelle e non si può rispecchiare a lungo nel noioso carabiniere. Su Dibba fin dal giorno del ritiro si vocifera la grande macchinazione: «Manda avanti Gigi per farlo asfaltare e torna tra un paio di anni a fare il premier». Lui nega da sempre, ma nessuno ci crede.  Ha sete di potere, vuole tornare, regnerà su tutti sacrificando il caro Gigi. Anche a pelo sullo stomaco, nel M5S è l’unico che possa tenere testa a Salvini di fronte a una piazza gremita, almeno ad ora.

Fico farà la fine di Civati. Ci ricorderemo di lui solo con i post FB tipo: accadeva oggi ma cinque anni fa.

Berlusconi è giustamente nella sua teca da museo. Nelle ultime apparizioni, quando si vantava di aver posto fine alla Guerra Fredda, faceva quasi pena. Abbiamo amato il suo folclore ma ha distrutto il Paese, letteralmente. Vent’anni di roba a cazzo lasciandosi dietro una strage di riforme mancate, di sfide perse, di stallo senza idee e gente brutta con delle cravatte ancora più brutte.

La Sinistra incarnata in quell’organismo folle che era il PD per fortuna è morta. Si auspica che rinasca perché potrebbe essere utile, ma anche no. L’unica utlità ce l’ha se rinascendo supera se stessa e la sua terminologia per rinascere in un mondo in cui la parola sinistra deve trovare un senso nuovo.

[pullquote]Salvinix, dicevamo, mira a diventare il Putin italiano e ci riuscirà.[/pullquote]

L’altro giorno da questo corpo morto si è mosso un arto, come i cadaveri in rigor mortis che esalano gas dal culo o alzano un braccio nella notte. Era Zingaretti che ha detto che il PD deve essere il primo su internet. Cazzo, non vuol dire niente ma è vero. Primo su internet. C’è un fondo di verità. Chiaramente chi doveva supportarlo lo ha azzoppato, col classico fuoco amico interno al partito, schema della sinistra degli ultimi decenni che ha portato a questa situazione di stallo.

Per il resto, siamo ancora qui come il popolo cristiano a sperare nel ritorno del Messia. Ma arriveranno prima gli uomini, statene sicuri. E di quelli e delle loro debolezze noi faremo i nostri prolungamenti, come sempre. Perché per quanto possano fare rumori e protestare, gli uomini da che mondo è mondo, si fanno condurre da altri uomini.

 

Ray Banhoff

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