Non tutte le seghe sono uguali. Le donne forse non lo sanno ma esistono anche le seghe a cazzo semi-moscio o seghe fisiologiche fatte perché non si riesce a dormire. Ciò non toglie che svolgano la loro funzione di espulsione e rilassamento. Perché parlare di seghe? Perché non c’è niente di più automasturbatorio che leggere. Houellebecq dice che devi davvero odiare tanto la vita per amare la lettura ma io non sono d’accordo. Siamo gente che cerca, gente che ama cazzeggiare, eterni sognatori. Solo questo fa di un lettore un buon lettore. L’amore per la lettura. Volersi divertire con un libro, esattamente come quando si va al cinema o a un concerto e si vuole lo spettacolo. O al limite volersi rilassare come quando non dormi e ti fai una sega. Letteratura fisiologica per l’appunto. Sembra una cosa di cui tutti si sono scordati: il potere letterario dell’intrattenimento. Oggi se non è denuncia sociale, riflessione apocalittica sul fatto che il mondo è una merda etc… nessuno si fila un buon libro.
Ora, possiamo discorrere per ore e per convegni e premi Nobel di cosa sia una buona lettura e non ne tireremmo fuori niente altro che cumuli di cazzate. Nessuno ne sa niente. Il mondo letterario ha quasi ucciso i lettori moralizzandoli e riempiendoli gli iPad di scrittori scadenti del calibro di Murakami spacciandoli per roba buona. Spacciando dei tizi con delle giacchette improbabili e l’aura colta da scrittori, tizi che non avrebbero legato le scarpe all’uomo che mi fa il caffè al bar la mattina.
[pullquote]Quindi quando qualcuno mi chiede un buono scrittore italiano da leggere io gli rispondo sempre: Omar Di Monopoli[/pullquote]
Leggere per godere, dicevamo. Eco lo diceva: prendi un libro e aprilo a pagina 99. Qualsiasi libro. Se quella pagina è leggibile vuol dire che è un buon libro.
Stupendo. Una supercazzola coi fiocchi. Con questo teorema alla base uno può soppesare qualsiasi opera. Idem con l’attacco. L’attacco è tutto. Se non ti prende entro le prime dieci/quindici righe è probabile che non ti prenderà mai.
Questo lungo preambolo per dire che io sono un lettore di Omar Di Monopoli e che se fosse una sega sarebbe forse una sega fisiologica, ma comunque che svolge la sua funzione. I suoi attacchi sono tutti ottimi e le sue pagine 99 tengono sempre un gran ritmo.
Avete presente quelle sere estive in cui fate zapping e beccate un bel film dichiaratamente di serie B come Spy Game di Redford e Pitt che però non potete fare a meno di guardare? Ecco Omar Di Monopoli è quella roba lì. Non è ancora un Premio Oscar, non è ancora Zodiac di Fincher, ma lo potrebbe diventare. Al momento è tranquillamente una ottima produzione italiana da seconda serata con un gran cast e delle location spaventose. Non è ancora una sega a cazzo del tutto duro ma è comunque un’ottima sega. Questo nonostante Di Monopoli scriva ogni riga nel segno di Faulkner e McCarthy tentando di minare le sue ottime intuizioni narrative con delle imitazioni di seconda mano. Il venerdì lo chiama il Faulkner italiano e detto da un magazine è come quando si sentiva dire che Nek era lo Sting della Val Padana. Te lo deve dire un tuo amico che è il Faulkner italiano. Non è vero, non è Faulkner. È più McCarthy per me, ma è roba ok.
[pullquote]possiamo discorrere per ore e per convegni e premi Nobel di cosa sia una buona lettura e non ne tireremmo fuori niente altro che cumuli di cazzate. Nessuno ne sa niente.[/pullquote]
Sono belli i suoi personaggi, sono bellissimi i suoi scorci, mi piacciono i posti degrado in cui accompagna il lettore e in cui lo abbandona a rimirare l’osceno. L’uso del dialetto è sfacciatamente faulkneriano ma cavolo, anche John Lennon voleva imitare Elvis no? Mi stupisce sempre constatare che quando parlo coi meridionali di questo scrittore lo definiscono un usurpatore, un finto pugliese, perché cresciuto altrove. Si comportano come un branco di animali selvatici che non riconosce al suo interno un proprio simile proveniente da una tribù vicina. Eppure dovrebbero essere contenti di avere una sorta di True Detective pugliese… mah. L’invidia.
Il suo nome lo conoscevo da anni e non me lo ero mai filato, ma quando l’ho visto pubblicato da Adelphi mi sono detto: cazzo! E Questo??? Che ci fa in mezzo ai libri di Calasso, nella stessa carta e con le copertine fighe dei grandi? Eh si, la copertina Adelphi gli da tutto un’altro spessore, diciamo che “fa” il prodotto rispetto alle precedenti edizioni ISBN. Mi sono letto Nella perfida terra di Dio e Uomini e cani. Il primo una vera bomba, il secondo molto bello. E ho goduto. Un po’ perché ci sono arrivato da solo, senza che nessuno me lo consigliasse, un po’ perché quei due testi hanno svolto esattamente la funzione che un buon libro dovrebbe svolgere: tenerti compagnia e farti viaggiare. In questo Di Monopoli è bravo. Di Faulkner ho abbandonato diversa roba tirandola nel muro e devo dire che sono più le opere che ho mollato che quelle che ho davvero apprezzato (Mentre Morivo e Santuario). Con Di Monopoli due ne ho comprati e due ne ho sbranati. O io ho culo o lui è bravo.
Il resto sono tutte stronzate.
Quindi quando qualcuno mi chiede un buono scrittore italiano da leggere io gli rispondo sempre: Omar Di Monopoli. E ora mi ordino su Amazon La legge di Fonzi. Sono tuttavia convinto, che il suo libro migliore debba ancora scriverlo. Riparliamone tra dieci anni.