Premessa: Tutti noi conosciamo la faccia mediatica di Chef Rubio, ma quasi nessuno può dire di conoscere Gabriele Rubini. Ci siamo incrociati per una serie di coincidenze e poi ci siamo fiutati, c’era qualcosa dietro quel suo sguardo da bambino che scalpitava per uscire, qualcosa che valeva la pena raccontare. Abbiamo scoperto Traslochi Funebri, il blog letterario che portava avanti con la sua amica Luisa Rinaldi e da li ci siamo incuriositi. Che ci facevano sesso, amore, morte, deliri nella testa di uno della tv? Non sono tutti dei pupazzi quelli in tv? Beh è stato facile capire che (come spesso accade) fuori dal personaggio televisivo (guai a nominarglielo) c’è un ragazzo curioso, onnivoro, ironico. Il suo mondo sono mille mondi, il cibo un tramite, le parole un tramite, la scrittura, la fotografia, il cinema e l’amore altri tramiti per i viaggi roboanti e realistici. Questo testo inedito che ci ha dato è un biglietto per un giro gratis nell’inconscio di Gabriele Rubini, chi si ferma al pregiudizio è perduto. Prima di leggerlo però perdetevi qui, proprio tra le sue parole.
Nera
Lucente
Scorrevole
Impalpabile
Letale
Da’ la vita
Così dicono
Da’ la morte
Così tacciono
Non sta bene parlare di certe cose
Inspiro a pieni polmoni
Cerco di specchiarmici in queste tenebre ma non ci riesco
Forse sono troppo distante
Forse non mi sto sporgendo a sufficienza
Forse andiamo troppo veloci e la mia immagine è troppo lenta per riflettersi
Troppo stanca
O forse pigra
Sbuffo fumo bianco
L’aria è calda
Dentro di me il gelo
Una coltre bianca per qualche istante copre l’abisso
Il mare di ossidiana sgomita per un posto in prima fila
Bellissimo
Un canto silenzioso m’invita a guardare più da vicino
Fermo immagine
Voglia di togliermi le scarpe
Di camminare su quelle curve sinuose
Morbide e calde nel loro freddo distacco
Lucenti come se ci fossero 10 lune
Infiniti specchi lasciati cadere dal cielo
Un caos ordinato voluto da qualche essere dispettoso
Benedette imperfezioni
Rendono infinita qualsiasi cosa
Tutto in un attimo
Il nulla nell’infinito
Ho cercato imperfezioni in ogni cosa
Da sempre
Da piccolo cercavo imperfezioni ovunque
Anche negli specchi più pregiati
Anche loro le hanno
Basta saper cercare
Basta saper aspettare
Come una murena
Bocca semi aperta
Non un movimento di palpebre
Non un respiro
E’ un attimo e sei nella tana
Tana libera tutti
L’imperfezione dietro l angolo
Pazienza
Pazienza
E di li la conquista dell’infinito
Passavo le ore in un bar vicino casa
Un bar pieno di specchi bislacchi
Il bar degli specchi
Ogni singolo specchio presente in quel bar era grottescamente imperfetto
Non ci andavo per i cornetti
Non per Street-fighter
E neanche anni dopo per Tekken
I tramezzini erano secchi
Il caffè ancora non lo bevevo
Ma sicuramente faceva cagare
Erano gli specchi ad aver dato un anima a quel bar
Io andavo per loro
Ogni specchio aveva una curva diversa
Una forma unica
C’era quello che ti guardava con l’invidia del ciccione
Quello che ti odiava con gli occhi pungenti del magro
Poi c’era quello che ti faceva l’occhio complice di chi vede il mondo molleggiato sotto botta
Lui non la smetteva mai di molleggiare
Ecco ora mi sta salendo
No non è vero
Ancora no
Cazzo ma quando sale
Ci hanno fottuti amici
Ci hanno dato la merda
Proviamo senza, forse è meglio
No aspetta ora mi sta salendo
Ti prego sali cazzo
Su su
Ecco sì
Così va meglio
Più o meno
In ogni specchio una vita
Un futuro
Un fallimento
Ci passavo le ore in quel dannato posto
O forse erano istanti ma la velocità dei pensieri nella testa di un bambino è tale da far sembrare infiniti gli attimi
Magari i grandi mi vedevano entrare ed uscire
Tempo di una sbirciata
Sbirciata un cazzo
Io ci andavo dentro
In ogni curva
In ogni bolla
Ad ogni menomazione corrispondeva una vita
Un futuro
Un fallimento
Ecco
Camminare sopra un immobile mare di ossidiana amplificherebbe il tutto con il rischio concreto di far impazzire qualsiasi sventurato esploratore a capo chino
Ogni passo un centimetro in più verso l’inferno
Meglio chiudere gli occhi
Ogni torsione una sbirciata nell’oblio della mente
Della memoria
Meglio chiuderli davvero
Inspiro di nuovo
Il crepitio della sigaretta mi ridesta da questi pensieri contorti
Non provo piacere
Perché?
Eppure ho sempre amato fumare
Il solenne rituale dell’ars fumandi
Ma scherziamo?
Rollare svogliatamente una sigaretta con quel poco di tabacco rimasto raggiungendo una perfezione sempre nuova
Altra targa d’oro al miglior rollatore del mondo
Massimo rispetto all’artigianato che sta scomparendo
Bisogna dar fuoco ai desideri
Al futuro
Al fallimento
Quanto mi piaceva
Labbra su carta
Prima boccata
Inspiro
Trattengo
Ancora un po’
Ora fuori
Sbuffo
Cazzo
Re del mondo
Che poi c’è quella del giorno
“La sigaretta del giorno”
Sì, a volte ci si dovrebbe fermare a quella,quando la si trova
Senza rischiare di beccare quella sbagliata
Non ridete è così
Nell’arco della giornata ce n’è e ce ne sarà sempre una da dieci ed una che vorrete buttare al primo tiro
E quella da dieci non è da dieci perché in quel momento siete su una scogliera ad ammirare un cazzo di tramonto mozzafiato spacca culo
No
Quella da dieci è da dieci perché è da dieci
Nasce da dieci
E ci muore da dieci
Se state cagando la sigaretta da dieci non diventa automaticamente da 6 e 1/2 perché vi guardate tra le gambe mentre ciccate, ammirando una strisciata caffè su avorio
Rimane da dieci sempre e comunque
Certo se vi capita la sigaretta da dieci dopo un bacio da paura, dopo una scureggia asciutta da applausi o dopo la notizia che vede il ragazzo della tua storica ex, che non avete mai smesso di amare, avercelo piccolo e storto
Beh quello è signor dieci
Da bacio accademico
Sissignori
No
No scordatevelo, se state cagando nessuno vi darà un bacio accademico
Ecco
Di tutto quest’orgasmo variopinto non sembra esser rimasta che una nuvola impalpabile
Veloce quanto lo sbuffo di un capodoglio con l’asma
Che poi secoli fa, solo i capodogli venivano considerati balene perché solo loro quando morivano venivano a galla
Che stronzi
Butto quel che resta dell’arcobaleno giù dal ponte
Piroette nel vento come fosse un dente di carta
Troppo piccolo per essere altro
Troppo grande per andarsene lontano a braccetto con Zefiro verso miglior sorte
Non si vede nulla
Solo il buio
L’acqua nera
Non un suono
Non un riflesso
Nessun senso di colpa
Bella cazzata il senso di colpa
Quei buontemponi pensavano di poter render più mansueto il lupo con un trucchetto da prestigiatore
Poveri illusi
Tentato controllo
Il tutto avvolto da un caldo e soffice manto di ipocrisia
Su, dormi da bravo
Conta le pecore mio bel lupetto
Che tanto le farai fuori una ad una
Solo questione di tempo
Ham
Homo homini lupus
Chomp
Cave canem
Inutile che abbai
Sì lo so
Lo so che non si fa
Guarda che sono per l’ambiente
Sono iscritto a Paceverde
Anzi lo ero
E’ che non mi hanno rinnovato la busta verde di auguri a Natale con tanti verdi sorrisi
Se non offri qualcosa, nulla ti viene dato in cambio
Bastasse un ideale a muover il mondo allora la fatina dei dentini avrebbe imbracciato un M16 pur di avere la sua giusta ricompensa
Statene certi
Mmmmmmm
Latte freddo e biscotti al burro
Fottetevi tutti bambini
Sono intollerante al glutine e ai latticini
Mi cago sotto ad ogni sorso
Ma non lo sapete che mangio solo Bio?
Mi gonfio ad ogni morso
Ma non sapete che mangio solo se a chilometro zero ?
Ogni sorso bianco è uno spruzzo giallo dalla porta di servizio
Ad ogni morso un piccolo imprenditore grasso e tozzo col vizio degli affari ghigna e mi serra la gola
Piccoli bastardi
Non mi avrete mai
Povera fatina
Anche lei iscritta a Paceverde
Anzi
Era iscritta
Non ha più pagato le quote neanche lei
Però insieme abbiamo salvato le foche
Tante
Giuro
Così dicono
Con queste mani
Così si dice
Abbiamo firmato
Pagato
Ricevuto
Sorriso
Salvato
Salvato
Che belle le foche
Che bei musetti
Ma che occhioni
Come non si può promettere un paradiso di zucchero filato a quegli occhioni
Una foto in prima pagina
Ogni mese un’illusione
Verde intasca verde
Verde si accorda per il verde
Verde copre verde
Col verde si inganna il verde
Ma che strana cosa
Verde su verde
Scopa
Anche se strizzano l’occhio complice però la foca muore
Com’è sta storia Paceverde?
Eh ma scusa
Mica posso bloccare tutti
Posso impedire a popoli di cibarsi di voi
Questo sì
Maledetti barbari
Ma mangiate maiali
Ce ne sono tanti
Sono brutti e puzzano
Ah non ci sono a quelle temperature
Amen
Io posso solo periodicamente promettere che non vi succederà nulla a voi piccoli esseri pelosi
Dei maiali chissenefrega
I loro occhi sono solo delle fessure e non piacciono a nessuno
Forse a qualche muso giallo
E poi mia zia faceva un guanciale che ti dico fermati
Voi siete salve
Periodicamente
Verde ai verdi
Il bianco è per voi
I verdi sono con voi
Non temete
Agli uomini con l’arpione ci pensiamo noi
Anche a quelli col fucile
Scompariranno prima loro
Non temete
Loro i loro i figli e quei maledettissimi cani da slitta
Nessuno vi farà male
Oddio
Nessuno nessuno no
Qualcuno può scappare alla vista del nostro verde occhio vigile
Su da brave però ora rimanete immobili che se muovete la testa ci metto il doppio e il pelo me lo pagano la metà se lo rovino
Ecco su da brave
Ultimo sforzo
Sorridete
Mica state andando al patibolo
Un sorriso
Vestirete una piccola platea
brava gente
Su da brave
Ecco però non guardate qui che poi mi emoziono
Ecco
Tump
Flash
Dovrei smettere di fumare
Non provo più niente
Mmmm
Comincia a fare fresco
Meglio rientrare
Che ore saranno
Si starà ancora mangiando ?
Ma che domanda
Certo
Qui sopra ad ogni ora si beve e si mangia
Per diamine siamo su una nave crociera
Le navi da crociera regnano su tutto
Ecco
Magari non al ghiaccio e agli inchini
Però per il resto sono invincibili
Ogni cosa è lecita qui sopra
Tutto è consentito
Apparire
Scomparire
Basta pagare
In migliaia pagano
In migliaia scompaiono
Solo negli ultimi anni centinaia sono i casi di persone scomparse su questi colossi
C’è chi ha deciso di togliersi la vita
Altri casi classificati come incidenti
Abuso di alcolici durante le feste serali
Altri ancora omicidi
Ma poco importa ai pesci
I primi che partono sono gli occhi
Poi il resto
Tutto buono
Si paga anche quel che è gratis sulle navi da crociera
Anche l’aria che mette appetito
Quella che mette sete
Che dolce trappola
Ma cosa credi ?
Qui tutto ha un prezzo
Anche i sorrisi
Forse sarà per questo che sorrido di rado
Costa caro
Eppure dicono che quando lo faccio si illumina il mondo
Interessante
Ma perché illuminarlo ?
È notte
Riposate
Fidatevi
Con tutte ste luci non vi sarà facile dormire
Io ne so qualcosa
Sono ovunque
Alternate
Colorate
Sparate
Soffuse
Potete farle come volete ma ricordatevi che la notte e’ sempre la notte
Qualunque sia la luce
Con o senza sorrisi la storia è la stessa
Certo
Sorrido
E si squarcia il buio
Ma il nero è tanto
Troppo
E’ ovunque
E’ un attimo e lo squarcio si richiude
Non puoi distrarti un istante
Puoi esser di guardia
Puoi aver ingerito tutte le sostanze possibili
Puoi inciderti la pelle o pizzicarti
Prima o poi l’omino del sonno a cavallo del suo ciuchino ti trova e
Plin
Basta un attimo
Un professionista
Di quelli che non se ne trovan più
Mira infallibile
Pulito e silenzioso
Due colpi
I granelli centrano gli occhi
Palpebre pesanti
Prima il crepuscolo
Poi la notte
Il buio
Inutile quindi sprecare sorrisi
Costano signori della corte
Sono dei lampi
Fanno bene
Tanto
Ma sono inversamente proporzionali
Più ti piacciono
Più lunga ti sembrerà la notte lontana da essi
Per questo van dosati con cura
Per questo li uso col contagocce
Anzi
Se proprio devo esser onesto da quando sto su questa città galleggiante li ho tolti dal calendario
Li lascio a loro
Anche se sciatti
Anche se effimeri
Però sono belli
Bianchi
Luccicanti
Freddo
Sento freddo
Devo decidermi una volta per tutte a dare retta al medico di mia sorella
Non ho più il fisico
E’ vero
Quella caduta m’e’ costata cara
Devo cominciare a coprirmi
Meglio muoversi
Mi avvio verso l’entrata del ristorante
Fuori c’è solo quella coppia che si bacia con gusto
Belli sono
Belli sarebbero
Se solo non fossero amanti
Il di lei e’ davanti ad un video poker convinto di vincere
La di lui in cabina a pancia giù, con la schiena a pezzi dal sole affrontato senza protezioni convinta che il Madagascar sia sotto Lampedusa
Magari si buttano giù
Tenendosi per mano
Come sono belli gli amanti
Bravo Magritte
Stendi un velo
Vado dentro
Cambio temperatura
Ho ancora freddo
Quanti piedi questa moquette
Bella
Da linciaggio
Controllo non ci sia nessuno in giro Silenzio
Destra
Sinistra
Via libera
Non sopporto chi urla
Giro la maniglia
Cede sotto il mio peso
Perché farsi pregare
Buio
Saggio la parete
Interruttore
Click
Luce che per qualche secondo flirta con le tenebre
Il solito nascondino
Tana per la luce
Esci
Prima bassa e calda
Poi forte e algida
Illumina lo spazio senza grazia
Farò una richiesta personale al comandante
Non dico tanto
Ma almeno un filtro colorato
Poi c’è altro
O è una mia impressione
Oppure ogni volta che esco a fare due passi e rientro mi sembra sempre più piccola questa dannata stanza
Entro
Cauto come per non far rumore
Cretino che sono
Ci sono solo io qui dentro
Mi avvicino alla parete in fondo alla stanza
Faccio scorrere le dita fino alla maniglia
Clack
Il cassettone si apre
Infilo il braccio
Freddo
Tiro dolcemente a me
Ormai conosco i meccanismi come fossero il prolungamento dei miei arti
La prima volta ho tirato troppo forte e me la sono data sul naso
Fortunatamente non è uscito sangue
Un sibilo
La tavola scorre impercettibilmente sotto le mie dita
Si blocca
Guardo nel riflesso dell’acciaio
Che brutta cera
Il dottore di mia sorella mi ha consigliato più volte i multivitaminici
L’ho assecondato dicendogli che l’avrei presi
Ma poi non l’ho mai fatto
Tutte stronzate
In più aumentano i radicali liberi
Invecchiamento precoce della pelle
E ci tengo alla mia
Ma guarda te che cera
Per esser quella di un morto però non posso lamentarmi
Ah non si era capito?
Sì sono morto
Non mi ricordo quando
Non mi ricordo perché
Non mi ricordo tante cose
Posso solo dirvi però che ogni nave da crociera, al giorno d’oggi, è dotata di un obitorio, poiché il passeggero medio ha un età di 40-50 anni e, secondo alcune analisi, più dura la crociera e più si alza l’età media dei passeggeri
Ed io sono al momento l’unico occupante di questa
Non mi ricordo più quanti hanni ho
Ma non credo sia importante
La tratta che faccio ?
Non ricordo
Fosse sempre la stessa poco cambierebbe
Esco sempre sul tardi
Quando tutti sono all interno
Quando mangiano
Bevono
Ridono
Amano o si illudono di farlo
Esco per quell’ora per non disturbare
Son discreto
I miei mi hanno educato alla vecchia maniera
Quando esco per fumare e prender un boccata, il mare e’ sempre nero
Percorressimo il Baltico o l’Oceano Indiano per me sarebbe la stessa cosa
Oddio
Proprio la stessa no
Nell’Oceano Indiano una volta ci hanno assaltato pirati
Anche in quell’occasione sono stato molto discreto
Nei corridoi ho sempre ceduto il passo
Sul ponte ho raccolto e consegnato portafogli collane orologi e ogni cosa preziosa cadeva di mano a questi chiassosi uomini d’affari
Neanche un grazie mi son beccato
Pazienza
Andavan di fretta
Una cosa però la devo dire
Nonostante il parapiglia si son comportati da gran signori
Hanno evitato di lasciar dei morti
Quindi come potete immaginare la stanza anche in quell’occasione l’ho tenuta tutta per me
E se mi fosse toccato un compagno di stanza con problemi alle vie respiratorie ?
Per carità
Odio poi quelli che russano
Peggio quelli che parlano nel sonno
Proprio dei gran signori
Hop
Un salto e sono su
Una spinta e son dentro
Riposo gli occhi
Giusto un attimo
Bella l’acqua
Nera
Lucente
Scorrevole
Impalpabile
Letale
Da’ la vita
Così dicono
Da’ la morte
Così tacciono
Un momento
Ma l’ho spenta la luce ?